martedì 7 agosto 2007

Il mondo è un panino con il salame

L’universo è rimasto piccolissimo, in equilibrio, immobile e immutato. Questi miliardi di anni, che gli scienziati hanno calcolato quale età del cosmo, non sono veramente trascorsi.
Giacomelli continuava a chiedersi come potessero conciliarsi i risultati della sua teoria matematica con l’apparenza fenomenica dell’universo. I suoi risultati erano in apparenza del tutto contrari a quanto affermato dalla fisica sperimentale di oggi, ma lui sapeva che erano veri, che la sua vita e tutti i fenomeni che sentiva, vedeva, odorava, toccava, non erano nient’altro che illusioni. Ed è anche un’illusione della psiche voler studiare tali fenomeni per mezzo di altre illusioni, come possono essere gli acceleratori di particelle. Non che tutto il lavoro svolto in millenni di storia della conoscenza fosse inutile, solo che aveva i suoi limiti.
Mentre, tra sé e sé faceva queste considerazioni, spense la luce dello studio e andò in cucina. La moglie si era addormentata ubriaca china sul tavolo e il figlio non era ancora rincasato. La famiglia Giacomelli era veramente piena di difetti. La moglie, beveva, il figlio fumava una quantità industriale di sigarette alla marijuana e aveva perduto ormai da tempo ogni senso dell’orientamento e ogni capacità di concentrarsi. Si perdeva in pratica tutte le sere sulla via del rientro a casa. Lui, Giacomelli, aveva appena perduto il lavoro per tutta una serie di distrazioni che avevano causato altrettanti disastri e, ormai, provava piacere solo a concentrarsi su quell’oscura matematica delle relazioni e delle antisimmetrie, che gli aveva fatto comprendere –è vero- la natura ultima del creato, ma non gli aveva procurato nessun riconoscimento o vantaggio sul piano pratico, anche perché, per quanto si sforzasse, non trovava il modo di comunicare la sua conoscenza agli altri.
A quel punto tanti pensieri gli avevano fatto venire fame. Ma non c’era nulla da mangiare nel frigo né in nessun altra parte di casa sua. Avrebbe almeno voluto scambiare due chiacchiere con qualcuno, ma era l’una di notte, la moglie era praticamente in catalessi, il figlio perso in chissà quale vicolo dei dintorni, il telefonino scarico di soldi e di batteria, il portafogli vuoto.
Si ridiresse allo studio, si sedette al tavolo e si stropicciò gli occhi. Poi ebbe un’intuizione: poteva certamente usare la sua matematica asimmetrica per cercare di creare le cose; sospettava che Dio avesse fatto lo stesso il primo giorno, il giorno prima, qualche istante fa o, forse, in quel preciso momento. Aveva certamente scritto un equazione e dall’equazione si era sviluppata una relazione di simmetria invertita e così il nulla si era trasformato nel cielo e nella terra.
Avrebbe iniziato con una cosa semplice, niente nuovi cieli e nuova terra: un bel panino con il salame gli sarebbe bastato, magari con un bel bicchiere di vino, se l’equazione non fosse divenuta troppo complessa da risolvere o se non ci fosse voluto troppo tempo per scriverla.
Quella notte fu la più faticosa della vita di Giacomelli. Creare un panino con il salame era facile solo a parole.
A quanto pare, non vi è molta differenza fra il trarre fuori dal nulla un intero universo e il fare un panino con il salame.
C’era anche un altro problema: il suo pc era molto lento, sia perché l’hardware era un po’ datato, sia perché il software installato non era adeguato, e ciò non tanto per la complessità quanto per la stranezza delle modalità di calcolo che egli era andato studiando e inventando. Per quanto si fosse sforzato di programmare nuovi software, una parte dei calcoli poteva avvenire solo nella sua mente e i risultati poi doveva digitarli e aspettare per lungo tempo che il computer li elaborasse in modo tradizionale e gli desse i risultati, per poi ricominciare da capo a pensare in quel modo astruso a cui era costretto dal tipo di matematica esotica che aveva inventato.
Alla fine, comunque, anche se era mattina e avrebbe preferito un bel cornetto alla crema e un caffè, arrivò alla conclusione. Il sistema aveva bisogno ancora di due simboli per essere completo. Non sapendo da dove partire, gli sembrò spiritoso scrivere su un foglio di carta
Id=Dio
pw= sono io
Fu allora che il panino con il salame si materializzò davanti a lui. Ed era anche molto buono, il mangiarlo lo ristorò e anche il gran bicchiere di acqua di rubinetto che si era creato accanto al panino, fu molto gradito, perché quando si ha sete non c’è niente di meglio dell’acqua per dissetarsi. Il vino avrebbe aspettato.
Intanto però lo circondava uno strano senso di immobilità, una totale assenza di ogni refolo d’aria, si alzò, passò in cucina e tentò di svegliare la moglie, ma lei non si mosse. Tentò di scuoterla ma non c’era verso di muoverla di un millimetro. Anche i suoi stessi movimenti, a dire il vero, gli sembravano irreali. Vide anche suo figlio che, come al solito aveva lasciato aperta la porta del bagno, fermo in una posizione innaturale innanzi al vaso, come se gli avessero scattato una foto in tre dimensioni mentre stava pisciando.
Gli venne allora un terribile dubbio e corse di nuovo dalla moglie, tentò di capire se stesse respirando e cercò vanamente di trovarle il polso. Era morta, era morta lei, suo figlio, lui stesso e tutto il suo mondo. Corse di nuovo allo studio e guardò il computer:
IL SISTEMA E’ STATO BLOCCATO A CAUSA DI UN ACCESSO NON AUTORIZZATO. CONTATTARE L’AMMINISTRATORE DEL SISTEMA.
Fu allora che Giacomelli si prostrò a terra e si mise a pregare.
Dopo qualche minuto, finalmente, sentì il fresco dell’aria che entrava dalla finestra.
Erano appena le otto e Giacomelli, ancora molto impaurito, diede un bacio alla moglie che frattanto si era persino svegliata sobria e uscì di casa a cercarsi un lavoro.

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