giovedì 12 novembre 2015

Scoperte filosofiche di Alfio Zappulla

Alba aveva circa quarant'anni (o almeno cosi' si descriveva sul sito incontramice.com), ma anche se se avesse avuti tanti di piu' restava sempre una donna trombabilissima. Il seno rifatto, forse un poco eccessivo, probabilmente non si poteva spremere con la stessa forza di uno normale, pena lo scoppio, ma per quello che ci doveva fare Alfio Zappulla andava benissimo. Nel giro di una settimana aveva lasciato la moglie e l'amante e quella ragazza giovane e carina che gli aveva fatto perdere la testa non rispondeva più al telefono. Il piano diabolico di confessare alla moglie di avere un'amante e all'amante di preferire le ragazze di vent'anni e di avere scopato un paio di volte con una di esse (cosa peraltro non vera) aveva funzionato alla perfezione. Libero e libero, aveva riacquistato la sfiga dei suoi vent'anni. Le donne che prima lo chiamavano tutti i giorni con scuse banali e anche semplicemente per chiacchierare su varie chat, lo avevano abbandonato e persino Erminia era in una fase in cui preferiva tentare di ricucire un rapporto con il marito, o quanto meno, di non far fallire il matrimonio per una scopatina con Alfio. Per mesi la sua coscienza era stata dibattuta tra il sollievo di essere libero e la sensazione di solitudine, soprattutto fisica, che lo prostrava. Ogni volta che parlava con una donna che anche minimamente lo interessava, aveva la spiacevole sensazione di sentirsi predatore davanti alla preda o come un ladro, o come un bambino goloso davanti a un barattolo di nutella e lo dava anche a vedere. Ogni volta poi che questi approcci venivano rifiutati sentiva di essere dipendente, da se' stesso, dalle donne, dalla sua frenesia sessuale, dal bisogno di dimostrarsi qualcosa, come se la sua sé più profondo fosse rimasto adolescente in attesa di definire il proprio ruolo nella vita.

" U sai, Robertuccio, penso che faro' come te, magari me ne vado con una escort, ci faccio sesso va, vediamo come mi viene, se ci arrinescio, perche' io sono schizzinoso, u sai? si tu hai ragione, compare che e' la cosa cchiu naturale del mondo, ma io trent'anni fa o giu' di li' ci provai ad andare a puttane. E? E nenti, rimpiccioleva, arrinciddicava, non c'era modo di avere un'erezione anche appena sufficiente per tuppuliarici a potta. Non te lo confesserei se poi avissi avuto problemi con le fimmine. In seguito poi, tutto a postissimo con le donne, tutte contente e soddisfatte, qualcuna di piu' qualcuna di meno, ma chi ci voi fare, e' la vita, fatto sta che ho sempre avuto erezioni normali. Ora pero' mi sembra di essere tornato adolescente quando le fimmine sentivano sciauro di sfiga, proprio cosi' disse una a un mio amico, qualche anno cchiu tardo, che il suo amico, che sarei io, era uno sfigato. Occhei a visto a una ca si fa chiamare Alba quarantenne sul sito incontramice.it, che mi intrippa abbastanza. Ormai non penso nemmeno alla cazzata che ho fatto di lassare a me mugghieri e all'amante in un colpo solo, arridducennumi sulu come un cane. Ormai penso ad Alba quarantenne e al fatto che sono diviso, scisso, andarci o non andarci, la donna oggetto, le malattie, umiliarmi quando magari non ci fosse erezione, dove riprovassi le sensazioni di paura e di impotenza che provavo quando avevo vent'anni e che sento sempre dentro di me, incombenti, opprimenti, sempre presenti".

Improvvisamente poi i suoi annunci erano scomparsi dal sito incontramice.com e Alfio si era sentito tradito, deluso e sollevato. Quante volte aveva composto il numero e poi rinunciato a chiamare e ora l'annuncio era scomparso. Alba quarantenne probabilmente era andata via, in tourné in qualche posto lontano. Oppure stava male, magari si era ammalata ed era morta, oppure si trovava in qualche letto di ospedale, povera e sola (la vita di una prostituta deve essere difficile, specie quando non lavora; chissà se aveva messo da parte dei risparmi, chissà se aveva qualcosa di cui vivere). Insomma era preoccupato e si rammaricava di non averla chiamata. Ma allo stesso tempo era un vigliacco e adesso poteva pensare ad altro e tirare un sospiro di sollievo perché ci sarebbe stato sempre un poi in cui spostare il gran passo. Poteva pensarci ad altro, ma al fondo del suo cervello, negli angoli che vengono destinati alla minima consapevolezza della meditazione o alla ancor più piccola consapevolezza delle proprie aberrazioni, gli restava un piccolo desiderio, di vedere e scopare con Alba quarantenne.

Quando la chiamò, la sua voce non gli piacque molto, ma lo tranquillizzò il fatto che sembrava una voce normale, dalle parole chiare e scandite e dal tono tranquillizzante. Le disse che era la prima volta le chiese il prezzo e si sentì rispondere una cifra quasi esorbitante alla quale non ribatté nulla. Su questo fu un po' combattuto perché da un lato, quando si va a puttane, da che mondo è mondo, la contrattazione è obbligatoria, quasi connaturata al gesto e all'approccio, un po' come le schermaglie  che precedono il fidanzamento. D'altro canto, quando ci si trova di fronte a decisioni epocali che cambieranno per sempre il corso della propria vita, non ci si può mettere a sottilizzare su pochi euro. Optò per non dire niente sul prezzo.

-Ma non sei brutto come mi avevi fatto credere- gli disse.  -Si ma non sugnu mancu beddu!- rispose mentre le infilava le mani dentro  il reggiseno, stranamente eccitato. Era una bellezza non bellezza bruna, di età indefinibile, dal tetto fatto e rifatto e il corpo magro e senza difetti. Si fece dare i soldi e lo mandò a lavarsi. Poi cominciò a fargli complimenti sulla dimensione del suo pene, che Alfio, in verità, aveva ritenuto sempre piccolo e magro e quando lui la penetrò cominciò ad emettere piccoli e ipocriti gemiti di godimento. Mentre i brani del cd si susseguivano, lui pensò che una certa percentuale di ipocrisia fa parte di tutti i rapporti, compresi quelli sessuali e che in fondo, anche se sapeva che i complimenti sul pene e i gemiti falsi erano parte del gioco, queste cose sono una specie di lubrificante. Si immaginò la perfetta sincerità e la noia che ne sarebbe derivata, con lei distesa sul letto a pensare ad altro. I gemiti e le parole l'aiutavano a restare concentrata e in tema, e senza un minimo di autoinganno non avrebbe potuto fare quel lavoro. Così Alfio si lasciò trasportare dalla corrente finché il cd finì e i suoi sforzi rimasero inconclusi. Ma era stanco e non aveva neanche voglia di godere. La musica era finita (un cd sostituisce ottimamente un orologio quando non puoi portare l'orologio e non ti puoi neanche far scoprire a guardarlo), Alfio si alzò, si rivestì e se ne andò via, grato.