venerdì 30 novembre 2007

La prova (repost)

Ho la prova che rumeni e italiani fanno parte della stessa razza. Se no, questo sarebbe stato impossibile:
2007-11-04 14:59
Trapiantati fegato e reni a Palermo e Catania
Organi donati da donna rumena di 38 anni morta a Ragusa
(ANSA) - RAGUSA, 4 NOV - Trapiantati in Sicilia gli organi di una donna rumena di 38 anni, Lidiea Racu, morta a Ragusa. La donazione e' stata decisa dal marito. Il fegato e' andato al centro Ismett di Palermo e i reni al Centro trapianti del Policlinico di Catania. I coniugi, che hanno lasciato tre figli piccoli in Romania, lavoravano come braccianti agricoli a Vittoria. A causare la morte di Lidiea Racu, secondo la testimonianza del marito, sarebbe stata l'assunzione di alcol con metanolo.

Idee di sinistra

Io ho le mie idee in tasca e sono sicuramente di sinistra. Qualcuno mi ha chiesto di spiegargli come faccio a capire che le mie idee siano di sinistra. Io sono sicuro che le mie idee siano di sinistra perché il tipo tutto trasandato, che ho svaligiato, aveva nel portafogli la tessera di Rifondazione comunista. Lui, veramente, quando gli ho portato via il portafogli si è messo a gridare: “Al ladro, al ladro!.” E poi “Polizia, polizia!” In effetti io ho rubato perché avevo fame. Non che non avessi soldi per comprarmi da mangiare, ma mi hanno sempre insegnato che uno che ruba quando ha fame è giustificato: sembra un’idea di sinistra anche questa e io non ho motivo per cominciare a pensare diversamente; vuol dire che prima di andare a rubare lascerò il lavoro e mi metterò a digiunare. E poi le idee che avevo rubato al tizio dicevano chiaramente che non c’è nessuno che possa chiamare una roba, proprietà. Inoltre sentivo di appartenere a quella schiera di diseredati – emarginati che lui difendeva nei suoi discorsi politici e nelle sue manifestazioni in piazza. In effetti sono povero perché il mio conto corrente è in rosso e sono pieno di debiti, anche se ho la casa piena di tanti bei mobili, televisori e computer nuovissimi. Ho un SUV che è uno splendore , uno scooter bellissimo e una bici da mille euro che ho dovuto comprare di fretta perché una domenica avevo deciso di fare un giro con un amico. In effetti tutta la mia situazione è di sinistra perché uso delle cose che non ho pagato e non si può dire propriamente che siano mie. Quindi a fare un minimo di ragionamento logico e di deduzioni, giacché non ho pagato niente di tasca mia, non possiedo niente e quindi sono un proletario.

Le idee del tizio che ho derubato erano scritte in un foglio di carta A/4 contenuto nel suo portafogli e in questo foglio A/4 delle idee di sinistra ci sono scritte tante cose: il nucleare è cattivo, l’energia eolica fa scappare gli uccelli, i politici che non sono iscritti a uno dei miei partiti preferiti sono brutti, sporchi e cattivi e ladri; i lavavetri sono buoni; la spesa si fa nei negozi di commercio equo e solidale; bisogna che tutti gli uomini possano andare in pensione a quarant’anni; il capitalismo è cattivo; la democrazia è buona purché le decisioni del popolo siano approvate dai partiti della sinistra, i politici che non sono di sinistra devono essere cacciati dal parlamento e poi bisogna cacciare anche quelli di sinistra, ché un Parlamento vuoto è l’unico parlamento che non fa mai leggi fasciste. C’è un’idea che dice che bisogna combattere la mafia; un’altra dice: “Comunque vadano le cose la Polizia è il nemico” (Ma allora perché quel tizio, quando gli ho rubato il portafogli si è messo, con voce indignata, a chiamare la Polizia. Mica uno chiama un nemico per scacciare un aggressore?); un’altra dice che bisogna fare la sperimentazione sugli embrioni; un’altra che non bisogna fare la vivisezione e un’altra ancora dice che la Chiesa non deve impicciarsi e questo vale sempre in ogni cosa.

Insieme alle altre cose, in ordine sparso e un po’ alla rinfusa (ma l’ordine ci sarà, solo che io non riesco a capirlo) c’era un’idea un po’ strana che diceva: bisogna impedire che il nemico torni al governo e bisogna protestare contro il governo.

Allora è tutto a posto e anche io posso considerarmi di sinistra perché sono un ladro, sono ignorante e ho tante idee di sinistra.

Nel foglio A/4 delle idee di sinistra, cose di questo tipo, che al metro del buon senso apparirebbero strane e incoerenti e che l’uomo qualunque disapproverebbe, sono approvate e incoraggiate. Il foglietto A/4 delle idee di sinistra è proprio una bella cosa, una bussola sicura e infallibile che ci porterà certamente a un mondo migliore.

mercoledì 28 novembre 2007

Norme giuridiche

Art. 610.
Violenza privata

Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare, od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni.

La pena è aumentata se concorrono le condizioni prevedute dall'articolo 339.

Art. 612.
Minaccia

Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a euro 51.

Se la minaccia è grave o è fatta in uno dei modi indicati nell'articolo 339, la pena è della reclusione fino a un anno e si procede d'ufficio.

Art. 614.
Violazione di domicilio.

Chiunque s'introduce nell'abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi, contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi s'introduce clandestinamente o con inganno, è punito con la reclusione fino a tre anni.

Alla stessa pena soggiace chi si trattiene nei detti luoghi contro l'espressa volontà di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi si trattiene clandestinamente o con inganno.

Il delitto è punibile a querela della persona offesa.

La pena è da uno a cinque anni , e si procede d'ufficio, se il fatto è commesso con violenza sulle cose, o alle persone, ovvero se il colpevole è palesemente armato.

Art. 660.
Molestia o disturbo alle persone.

Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a euro 516.

martedì 27 novembre 2007

Un blog contadino


Rimando a un blog che si chiama vogliaditerra
E in particolare vorrei segnalare queste due pagine a proposito di energia solare ed energia eolica
W il contadino!

(Ho rimesso la foto tratta dal fotoblog del contadino)

domenica 25 novembre 2007

Stelle (repost)

Continuavo a guardarla. Lei aveva un corpo alto e molto più morbido di come mi era sembrato la prima volta, quando l'avevo guardata che indossava i vestiti. Lunghi capelli neri scendevano lungo le sue spalle e la pelle luccicava, come raramente ho visto, di un colore strano, che non saprei chiamare in nessun modo, una specie di confusione tra bontà e lussuria. Mi avvicinai da dietro e feci scendere la mano lungo la schiena. Lei mostrò di gradire il contatto e aderì al mio corpo mentre con le labbra andavo a cercare la nuca tra i capelli; cominciai da lì una lenta discesa. Misi la testa fra le sue gambe allargate e non ci volle molto, come sapevo sarebbe avvenuto, che lei fu scossa e provò piacere, tendendo tutti i muscoli, molto più di qualche secondo, e terminando in un abbraccio morbido alla mia persona.

L’avevo conosciuta qualche mese prima in rete. Parlava sempre poco. Diceva di sentirsi sola. E anche che io avevo negli occhi qualcosa che altri non avevano. Sosteneva che l’avevo compresa, anche se io non sono mai riuscito a comprendere, esattamente, quello che avevo compreso. Era anche molto più bella di me.

Al telefono non riuscivamo a dire mai più di venticinque parole. Ma se tra le mie dodicivirgolacinque parole c’era “vediamoci”, tra le sue c’era sempre un si. Almeno fino a quando è durata.

Dovevo averla colpita con qualcosa che non sapevo di avere e che non conosco ancora. Forse i miei giochi di lingua, orbite e atterraggi sul clitoride. Eppure per altre non è stato così.

Tanto non c’è niente da capire.

Rimasi pensieroso. Quella cosa era successa poche settimane prima, ma, pur essendo il ricordo ancora eccitante, malinconico e molto voluminoso dentro la mia testa, sembrava essere successo in un posto lontano. Mi sovvenivano facilmente le impressioni e le immagini, mi eccitavo ancora tanto nel ricordare la luce della sua pelle e mi masturbavo anche e piangevo insieme. Ma c’era qualcosa di strano nello sfondo del campo visivo, un certo qualcosa che cercava di sfuggire con intelligenti artifizi e raggiri.

E mentre ero in preda a quell’ultimo solitario orgasmo, ricordai. Ogni volta che avevo goduto di lei, contemporaneamente il terrore mi aveva inciso le ossa, perché… perché avevo intuito che era un’aliena.

“ Novanta centesimi” – disse il giornalaio. Ecco” – Risposi dopo aver aperto il portamonete. E pensai che tutto sommato potevo essere solo impazzito.

Poi gli occhi andarono su una foto. Il giornale parlava del passaggio di una cometa appena scoperta, che entro pochi giorni sarebbe stata visibile da tutto il mondo. Alcuni addirittura parlavano di un rischio di impatto. L’astronomo dilettante che l’aveva scoperta l’aveva chiamata “Laura” . - Proprio come lei, proprio come lei - gridò una voce nella mia mente mentre il cuore cominciò a battere forte e il sudore comincio a inzupparmi camicia e mutande.

Avevo sempre detestato i film di fantascienza, quelli che parlavano di alieni soprattutto. Avevo in odio Star Trek, Spock, Guerre Stellari e Matrix, ma in quel momento, ti giuro, avevo la netta impressione di aver subito il controllo pesante di qualcosa di completamente altro da me, di un'altra specie, di un altro mondo.

Dunque nel cielo era apparsa “Laura” e sarebbe scomparsa in un istante astronomico. Nella mia vita era apparsa Laura e la storia era subito finita, dopo qualche orgasmo meraviglioso e terribile, che tuttavia non doveva essere stato granché su scala cosmica. Sentivo che in qualche modo, impossibile da percepire con il mio apparato di cinque sensi, i due fenomeni erano connessi e fusi insieme e che anzi, si era trattato di due manifestazioni diverse dello stesso sostanziale avvenimento.

Ora ti ho raccontato la mia storia e hai capito anche perché ho preso in ostaggio i due poveri astronomi di questo osservatorio. Sono certo di poche cose ormai. So di aver fatto l’amore con Laura. So che Laura è il nome di una cometa transitata qualche tempo fa per i nostri cieli. Sono certo che le donne sono tutte aliene, che sono tutte stelle comete. Sono certo anche che, malgrado qualcuno trovi la cosa romantica, un osservatore imparziale non vi vedrà che velocissimi oggetti di ghiaccio.

Ma devo ancora vederla, studiarla, afferrarla, capirla, farle un cenno, implorarla che ritorni, masturbarmi, piangere e ricordare, prima che si perda e torni ai margini esterni del sistema solare, dove vagherà trecent’anni prima di tornare ancora.


E ho poco tempo.

mercoledì 21 novembre 2007

Il mondo è pieno di tronchetti della felicità (repost)

(A Giovanni per il quale non ho saputo fare di meglio che dargli 50 centesimi e a tutti i Giovanni ubriachi, a mo’ di preghiera)

Mi chiamo Uno, ma non sono il principio. Sono solo uno degli ultimi.
Giovanni, l’ubriaco, come al solito, cammina. Un mondo pieno di immagini opache e distorte. Sembra che sia notte, almeno a giudicare dal fatto che le cose riflettono un po’ meno luce di prima, ancora meno di quanto possano fare i ricordi. Lo tiene in vita la birra e lui per contraccambiare ne beve fino a farsela uscire dagli occhi. Il molo foraneo, barcolla, troppo vicino al bordo sul mare. Prega un Dio attaccato con chiodi su una lattina di birra, pietoso, buono e ubriaco
Mi sembra di non mangiare da quaranta giorni. Ho speso tutte le monete che avevo, tutti i pezzi da 50 cent, da venti, da dieci, da cinque. Mi sono bevuto tutto. Anche l’acqua salata del mare mi berrei se mi rinfrescasse la gola. Ma ho ancora sete e in mezzo alla sete anche un po’ fame. E non importa cosa trovo. Mezzo panino mezzo panino con il salame, in mezzo al puzzo. Coraggio.
Ha detto: “Se tu sei veramente Dio, ordina che questo cassonetto della spazzatura diventi pane”.
E pane è diventato (veramente la storia parla di un rifiuto -non di solo pane vive l’uomo- l’uomo vive anche di birra a volte, ma in questo caso il cassonetto è diventato pane, in mezzo ai topi, in mezzo al tanfo, e non è come un miracolo vero, perché il pane c’era in mezzo alla spazzatura, era stato lasciato in dono a Giovanni, da un bambino viziato, e non si è trattato di una elemosina perché il bambino aveva prima strillato perché voleva il pane e poi strillato perché non voleva più mangiarne e il papà arrabbiato s’era convinto a gettarlo nel cassonetto; ma la storia aveva un significato e Nessuno se l’è presa perché lui ha cercato di tentare il Suo Dio).
C’è qualcosa nell’acqua stanotte. Credo che sia il corpo di Giovanni che viene cullato dalle onde, come da una Madre, madre Pietosa. E c’è anche qualcuno che guarda verso l’acqua. E’ Giovanni senza corpo o meglio, a un metro dal suo corpo, con in mano l’ultima birra stappata, scroccata a qualcuno, un tizio con una Clio bianca: gliel’ha detto mille volte il suo nome, e in questo istante, per caso, se lo ricorda bene: Isidoro. Con in mano una birra e i piedi troppo vicini all’orlo del molo. Gliel’ha detto sulla macchina mentre gli dava dei consigli banali; poi alla fine, non ha saputo fare di meglio che lasciarlo da solo con i soldi per comprarsi un’altra birra.
C’è il corpo di Giovanni nell’acqua, ma c’è anche Uno che lo afferra, lo trae in salvo, lo appoggia dolcemente sul bordo del molo, lo asciuga. Lui è stanco, ha sete, gli chiede 50 cent, per una birra e poi se la va a comprare da un’altra parte, dopo aver camminato ancora per un po’. Non riesce più a ricordare il nome del tizio con la Clio bianca e nemmeno quello del Signore che lo ha salvato dalle acque. Aveva un bel nome, con qualcosa di misterioso. Glielo ha sussurrato all’orecchio e gli ha chiesto di non dirlo a nessuno: “è il Nome Segreto quello che Io ti rivelo” gli ha detto.
Com’era quella storia? Ricorda qualcosa: un tizio che pende da un legno, con degli orrendi chiodi conficcati nei polsi e nelle ossa dei piedi, che dice: “ho sete” e un militare vestito di strani abiti antichi che gli porge una spugna, imbevuta di birra.
Barcolla Giovanni in mezzo alla strada con la mente piena dei suoi pensieri inclinati e si torce la strada, s’allarga, s’allunga, poi si riempie di due enormi luci che sono troppo vicine. E ancora una volta il Tizio di prima, quello dal Nome segreto, lo afferra e gli scansa il pericolo, gli da uno spintone e lo fa cadere più in là. In ginocchio. Una lagrima, un grazie non mi ricordo il tuo Nome, ho sete ho bisogno di bere, mi daresti qualcosa per prendere qualcosa da bere. E così un’altra birra lo spinge di notte ad andare più in là.
Al porto di nuovo, con voglia di dire una preghiera bella, di quelle che penetrano le nubi, di quelle che ti spazzano dentro, che fanno ritornare la casa pulita e con un frigo pieno di lattine di birra, da bere e da dividere con gli amici.
L’acqua è calma e Giovanni dorme per terra. Un piccolo sussulto del petto e il topo che gli stava sopra scappa lontano e non lo vedi più e invece vedi una piccola suora vestita d’un sari. Un piccolo fiore vicino al suo Cristo, disteso per terra, ubriaco.
Al tempo opportuno, si farà giorno.

sabato 17 novembre 2007

Specchio su Kindlerya (giornalismo e reportage)

Vorrei segnalare questo post di Valeria Gentile sul giornalismo e sul reportage. In particolare mi ha colpito questo brano:

"Ma in ogni lavoro giornalistico che si rispetti vi è un intento pedagogico, ed è chiaro che un'educazione senza valori è mero disinteresse. Dalla metafora bellica ci accorgiamo che neutralismo significa esattamente non intervento. La belligeranza del vero giornalista sta solamente ad indicare che egli ha a cuore i suoi lettori, e che li guida secondo il proprio orientamento morale, il proprio sentire. Che non è - non può essere - un sentire neutro.

Ma questa soggettività non corrisponde, nel reporter, ad un'ideologia politica. Al contrario della maggior parte dei giornalisti, la sua è una partigianeria morale. Ciò significa che egli prende una posizione precisa, chiara ed esplicita, ma non per partito preso. Non si fa portavoce - e quindi portaborse - di una parte politica che si contrappone all'altra."


Ciao a tutti

martedì 13 novembre 2007

Specchio su EveRBerZ (Rom)

Sui Rom voglio segnalare un post di EveRBerZ e fare taglia e cuci di una citazione che lui fa, sempre nello stesso posto, delle parole di Fabrizio De Andrè contenute nell'album "Ed avevamo tutti gli occhi belli", parole che avevo già sentito dal vivo della sua voce e che mi erano già sembrate bellissime e sagge:

[...] Ma emarginazione dovuta anche a.. comportamenti desueti e diversi dovuti all'eredita di culture millenarie che certi popoli si portano dietro e a cui non hanno nessuna intenzione di rinunciare, è il caso del popolo rom, quello che noi volgarmente chiamiamo zingari [...], un popolo che gira il mondo da più di duemila anni, afflitto o affetto, io non so come meglio dire ma forse semplicemente affetto da quella che gli psicologi chiamano dromomania, cio la mania dello spostamento continuo, del viaggiare, del non fermarsi mai in un posto. E' un popolo secondo me che meriterebbe il premio per la pace, per il fatto appunto che gira il mondo da duemila anni senza armi.
Purtroppo i nostri storici, e non soltanto i nostri, preferiscono considerare i popoli non soltanto in quanto tali ma in quanto organizzati in nazioni se non addirittura in Stato e si sa che i rom, non possedendo territorio, non possono considerarsi nè una nazione nè Stato. Mi si dirà che gli zingari rubano, è vero, hanno rubato anche in casa mia; si accontentano però dell' oro e delle pallanche, l'argento non lo toccano perchè secondo loro porta male, lascia il nero. Quindi vi accorgete subito se siete stati derubati da degli zingari.
D'altra parte si difendono come possono. Si sa bene che l' industria ha fatto chiudere diversi mercati artigianali, buona parte dei rom erano o sono ancora artigiani: lavoratori di metalli, in special modo del rame, addestratori di cavalli e giostrai; tutti mestieri che purtroppo sono caduti in disuso. Gli zingari rubano, è vero, però io non ho mai sentito dire o non ho mai visto scritto da nessuna parte che gli zingari abbiano rubato tramite banca e questo mi pare che si un dato di fatto.

Ovviamente, ne consiglio l'ascolto o il riascolto dalla viva voce del nostro più grande poeta-cantante.
Ciao a tutti

domenica 11 novembre 2007

Carneade

Come "promesso" ho fatto una piccola ricerca su Carneade (link al sito da cui è tratta la seguente citazione)


Il rappresentante più illustre però della seconda Accademia fu Carneade di Cirene (219/4-129). Uomo di cultura vastissima ed abilissimo dialettico, Carneade condusse un'instancabile polemica nei confronti degli Stoici ed in particolare di Crisippo, contrapponendo al suo sistema filosofico, distinto in logica, fisica ed etica, un vero e proprio " anti-sistema" che lo controbatteva punto per punto. Nel 155 fu inviato ambasciatore a Roma, dove con le sue argomentazioni scettiche sulla giustizia scandalizzò e sconvolse gli ambienti della cultura conservatrice di quella città. Ma la posizione moderata di Arcesilao fu comunque anche di Carneade: pur ammettendo che niente può essere, in senso assoluto, criterio di verità, egli sosteneva l'impossibilità che uno, in quanto essere umano, sospenda il giudizio su tutte quante le cose: a suo avviso, infatti, c'è differenza tra il non-evidente e il non-comprensibile, e tutte le cose sono incomprensibili, ma non tutte sono non-evidenti. (Numenio in Eusebio, P.E. XIV 736 d)

Questa distinzione, che tendeva a salvare in certo modo l'evidenza fenomenica, portava poi Carneade a stabilire comunque un criterio che, se non era il "vero", era però il pithanòn, il probabile, il verosimile.

Essi infatti [gli Accademici seguaci di Carneade] hanno la convinzione che "probabilmente" è bene ciò che essi considerano bene piuttosto che il contrario, e, allo stesso modo, fanno anche a proposito del male... Anzi, stabiliscono pure certe distinzioni tra le rappresentazioni probabili... Ecco perché Carneade e Clitomaco intendono parlare di un "prestar fede in seguito ad una forte inclinazione" e dell'esistenza di un qualcosa che è "probabile", e si servono del probabile anche per la condotta della vita. (Sesto Emp. Schizzi pirroniani I, 226-231)


Da wikipedia apprendo che

Nel 155 a.C., Carneade fece parte della celebre ambasceria inviata a Roma dagli ateniesi multati per aver saccheggiato Oropo; qui riscosse successo argomentando, in due giorni successivi, a favore e contro l'esistenza di una legge naturale universalmente valida. Le sue argomentazioni scettiche sulla giustizia scandalizzarono e sconvolsero gli ambienti della cultura conservatrice di Roma: egli affermava che se i romani volevano essere giusti avrebbero dovuto restituire i loro possessi agli altri e andarsene, ma in tal caso sarebbero stati stolti. In questo modo arrivò alla conclusione che saggezza e giustizia non andassero d'accordo.





Novantaduesimo post

Novantadue post. Avevo iniziato questo blog in un momento in cui volevo scrivere una specie di diario sugli avvenimenti più recenti e sulle persone che mi sono più vicine, una cosa personale insomma. Poi ho scoperto che è un periodo in cui mi piace imparare e pensare :-) No, la verità è che le cose della mia vita non mi sembrano sempre interessanti. Però così, riflettevo oggi, sembra che mi sia venuto un attacco di “tuttologia”, uno di quelli che mi prendevano da bambino, quando aprivo la garzantina e, di voce in voce, attraversavo gran parte di quello che mi sembrava, allora, lo scibile umano in una sola mattina. Internet mi ha rovinato. E’ che qui quel sistema l’ho quasi istituzionalizzato, a discapito di letture di persone molto più colte e amanti della letteratura di me.
Non regalatemi mai un libro. Non lo leggerò o lo farò solo per senso del dovere.
Le lunghe storie mi interessano sempre di meno ed è solo la curiosità che mi spinge verso gli argomenti, con velocità, superficialmente e ne viene fuori spesso un post su questo blog. Naturalmente ho poco tempo per leggere i blog degli altri e soprattutto per commentarli. Ci sono troppe cose là fuori su cui vorrei almeno un infarinatura. Per esempio Carneade. Da qualche parte ho sentito che era uno che criticava la politica imperialista ed espansionista dei romani. Vale la pena sapere chi era costui? Non mi interessa… io voglio sapere chi era Carneade

Kaizen

Questo concetto economico dei giapponesi mi interessa molto. Forse perché la parola è bella ed esotica (quanto è strana la mente umana... i suoni, le parole possono spingerti a vedere una cosa piuttosto che un'altra)
Si tratta di fare le cose passo dopo passo, tendendo al miglioramento continuo del processo produttivo, accogliendo i suggerimenti dei lavoratori, eliminando sempre di più gli sprechi, aumentando via via la qualità del prodotto finito.
In questo modo si evitano, o si riducono quanto più è possibile, le continue rivoluzioni che carettarizzano tanto il nostro modo di vedere le cose: tutto sbagliato e tutto da rifare, che intanto tutto poi resta com'era.
Forse mi scopro conservatore nel fascino che esercita su di me questo concetto. Pazienza: nessuno è perfetto, ma neanche i rivoluzionari che si illudono di cambiare il mondo lasciando morti e feriti per la strada lo sono. Mi piacerebbe che la società cambiasse recuperando quello che c'è da recuperare e salvando tutte le cose buone che pure devono essersi nascoste nelle pieghe del momento.

sabato 10 novembre 2007

Per completezza

Per completezza posto il link ai quattro disegni di legge del governo sulla sicurezza e il testo del decreto legge sulle espulsioni.
Per il momento mi astengo dal commentare, riservandomi di farlo in seguito, quando avrò capito tecnicamente come potrebbero funzionare in pratica le norme.

giovedì 8 novembre 2007

Commento al post precedente

Avevo promesso che avrei fatto un post ben documentato ed esauriente sulla certezza della pena. Poi ho riflettuto che è troppo faticoso e forse anche inutile. Quindi non mantengo la lettera della promessa, con l'auspicio di rispettarne almeno lo spirito.
Meglio affrontare singoli argomenti.
La sospensione condizionale mi è sembrato uno dei migliori per cominciare.
La norma è quella che ho postato in precedenza. In pratica oggi si tratta di un diritto, una specie di "bonus" che permette a tutti noi di commettere reati anche abbastanza gravi e di non scontare nemmeno un giorno di carcere. Ma nel codice non è scritto così: infatti nel successivo articolo 164 del codice penale è scritto che:
La sospensione condizionale della pena è ammessa soltanto se, avuto riguardo alle circostanze indicate nell'articolo 133, il giudice presume che il colpevole si asterrà dal commettere ulteriori reati.
In pratica però i giudici questo potere discrezionale non lo applicano quasi mai (d'altra parte è difficile giustificare disparità di trattamento che poi dovrebbero essere specificamente motivate), e si appiattiscono nel concederla sempre.
Per me sarebbe meglio indicare i reati per cui deve essere concessa e quelli per i quali non dovrebbe mai essere concessa: per esempio gli scippi in cui una delle vittime è ultrasessantenne, o le violenze domestiche, o gli omicidi colposi, quando il reato è stato commesso in stato di ebbrezza.
Comunque se vogliamo parlare di certezza della pena (o meglio di una sua aumentata capacità deterrente), una delle cose che, secondo me, andrebbero modificate al più presto è questa norma.

Esempi di certezza dell'impunità - articolo 163 codice penale

Nel pronunciare sentenza di condanna alla reclusione o all'arresto per un tempo non superiore a due anni, ovvero a pena pecuniaria che, sola o congiunta alla pena detentiva e ragguagliata a norma dell'articolo 135, sia equivalente ad una pena privativa della libertà personale per un tempo non superiore, nel complesso, a due anni, il giudice può ordinare che l'esecuzione della pena rimanga sospesa per il termine di cinque anni se la condanna è per delitto e di due anni se la condanna è per contravvenzione. In caso di sentenza di condanna a pena pecuniaria congiunta a pena detentiva non superiore a due anni, quando la pena nel complesso, ragguagliata a norma dell'articolo 135, sia superiore a due anni, il giudice può ordinare che l'esecuzione della pena detentiva rimanga sospesa.
Se il reato è stato commesso da un minore degli anni diciotto, la sospensione può essere ordinata quando si infligga una pena restrittiva della libertà personale non superiore a tre anni, ovvero una pena pecuniaria che, sola o congiunta alla pena detentiva e ragguagliata a norma dell'articolo 135, sia equivalente ad una pena privativa della libertà personale per un tempo non superiore, nel complesso, a tre anni. In caso di sentenza di condanna a pena pecuniaria congiunta a pena detentiva non superiore a tre anni, quando la pena nel complesso, ragguagliata a norma dell'articolo 135, sia superiore a tre anni, il giudice può ordinare che l'esecuzione della pena detentiva rimanga sospesa.
Se il reato è stato commesso da persona di età superiore agli anni diciotto ma inferiore agli anni ventuno o da chi ha compiuto gli anni settanta, la sospensione può essere ordinata quando si infligga una pena restrittiva della libertà personale non superiore a due anni e sei mesi ovvero una pena pecuniaria che, sola o congiunta alla pena detentiva e ragguagliata a norma dell'articolo 135, sia equivalente ad una pena privativa della libertà personale per un tempo non superiore, nel complesso, a due anni e sei mesi. In caso di sentenza di condanna a pena pecuniaria congiunta a pena detentiva non superiore a due anni e sei mesi, quando la pena nel complesso, ragguagliata a norma dell'articolo 135, sia superiore a due anni e sei mesi, il giudice può ordinare che l'esecuzione della pena detentiva rimanga sospesa.
Qualora la pena inflitta non sia superiore ad un anno e sia stato riparato interamente il danno, prima che sia stata pronunciata la sentenza di primo grado, mediante il risarcimento di esso e, quando sia possibile, mediante le restituzioni, nonché qualora il colpevole, entro lo stesso termine e fuori del caso previsto nel quarto comma dell'articolo 56, si sia adoperato spontaneamente ed efficacemente per elidere o attenuare le conseguenze dannose o pericolose del reato da lui eliminabili, il giudice può ordinare che l'esecuzione della pena, determinata nel caso di pena pecuniaria ragguagliandola a norma dell'articolo 135, rimanga sospesa per il termine di un anno.

lunedì 5 novembre 2007

Specchi sugli argomenti "stranieri" e "violenza sulle donne"

Faccio da specchio a due post pubblicati oggi che mi sembrano pregevoli sul piano dell'equilibrio e dell'informazione.

Segnalo:
"Ma di cosa si parla?" di Dario D'Angelo, il quale ringrazio per essere andato a cercare i dati ufficiali sulla criminalità "straniera" e sulla violenza sulle donne.
(Qui però voglio osservare due cose: la prima è che la percentuale dei denunciati dovrebbe essere vista in proporzione al numero dei delitti che rimangono impuniti: gli italiani potrebbero essere semplicemente più bravi a non farsi scoprire quando "uccidono" qualcuno. L'altra è che certi omicidi, come quello della Reggiani, sembrano essere pompati dai mezzi di informazione più di altri).

Segnalo inoltre:
"Bisogna chiudere la fabbrica della paura" di Giulia

Come è evidente, ci troviamo di fronte a problemi che hanno una complessità troppo grande per la nostra inetta classe politica, la quale presa dai mille problemi quotidiani nascenti dall'esigenza autoreferenziale di perpetuare sé stessa e la propria posizione, cerca spesso i rimedi, "a babbo morto", per così dire.
Tuttavia, a mio parere, l'unico modo che abbiamo noi piccoli di influire beneficamente sul presente e sul futuro, è di studiare, imparare e combattere le nostre e altrui opinioni preconcette e/o razziste.
Il metodo della scienza applicato quanto più è possibile alla società e alla politica popolare: questa è la mia idea di fondo.
Ciao a tutti

sabato 3 novembre 2007

Extracomunitario

Certe parole sono razziste dall’origine: per esempio il termine “extracomunitario” è sempre stato usato per indicare stranieri di serie B e C. Nessuno lo ha mai usato per uno svedese o un americano. Ora che certi stati extracomunitari sono diventati comunitari, siamo confusi e stanchi dello sforzo mentale che dobbiamo fare per distinguere un rumeno (comunitario) da un ucraino (extracomunitario).
Ci ricordiamo dell’incertezza della pena e ci dimentichiamo di vivere in una nazione violenta. Ci ricordiamo dell’incertezza della pena e ci dimentichiamo che esiste la violenza delle mafie, italiane e straniere. Esiste la violenza dello sfruttamento del lavoro italiano e “straniero”. Esista la violenza delle forze dell’ordine. Esiste la mancanza di giustizia nell’amministrazione della giustizia.
Esiste che sappiamo benissimo che misure severe corrispondono a carta straccia. Quando tutto si sarà calmato e la gente tornerà a più ameni delitti di casa nostra, che ci permettono di dividerci in innocentisti e colpevolisti, e non richiedono così pressantemente vendetta, e quando il governo sarà cambiato, torneremo al lassismo di sempre ché tanto siamo italiani e le leggi non le rispettiamo né pretendiamo vengano applicate agli altri.

giovedì 1 novembre 2007

Un'altra di Ungaretti

Non trovo di meglio per commemorare i defunti che postare un'altra poesia di Ungaretti:



San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolto il 27 agosto 1916


Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nesuuna croce manca
E' il mio cuore
il paese piú straziato

Depressione

Sembra che sei milioni di persone nel nostro paese soffrano di depressione. E' un numero spropositato e una manna per le case farmaceutiche che producono antidepressivi. Occorrerebbe concedere maggiore attenzione a questa malattia. Un paese con sei milioni di depressi è un paese molto più giù di morale di quanto dovrebbe, un paese che si abitua, che non agisce e non reagisce.

{Le manifestazioni depressive
• Umore: è orientato verso la tristezza ed il pessimismo, completamente “impermeabile” agli accadimenti esterni; viene persa la capacità di provare emozioni e di avvertire le sensazioni piacevoli (anedonia).
• Sintomi psicomotori: è tipica la mancanza di energie, la mimica è molto ridotta ed è volta a trasmettere sensazioni di tristezza e di dolore profondo (“facies depressiva”), il soggetto appare rallentato nei movimenti mentre il linguaggio è “scarno”, poco fluido.
• Sintomi cognitivi: sono tipiche le difficoltà di concentrazione, attenzione e memoria così come la visione negativa di sé, del mondo e del futuro, l'indecisione e le idee di morte. Nelle forme depressive con sintomi psicotici sono presenti anche tematiche deliranti il cui contenuto può essere “congruo” (colpa, rovina etc.) o “incongruo” (tematiche di persecuzione etc.) all'umore.
• Sintomi neurovegetativi: riduzione della libido, disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia), disturbi dell'appetito (anoressia o iperfagia), disturbi fisici (mal di testa, stitichezza etc.) sono manifestazioni tipiche dei quadri depressivi.
(Fonte della citazione: http://www.psichiatria-online.it/depressione_disturbo_bipolare.asp)}

Una nota: con Prodi come presidente del consiglio e Berlusconi come capo dell'opposizione, secondo me, è normale che ci siano tanti depressi e sono convinto che quando arriverà Veltroni, nell'uno o nell'altro ruolo, ce ne saranno ancora di più...