lunedì 31 dicembre 2007

Una delle tante

Anche per me questa notte è una delle tante. Non attenderò l'alba. Magari direte che sono un depresso e non mi piace divertirmi e forse sarà anche vero. Ma mi voglio ricordare di tutti quelli a cui, per solitudine o per malattia, i botti daranno un fastidio tremendo. Se c'è una cosa della notte di capodanno che mi pare irriguardosa e inutile, è questo uso smodato che si fa del rumore.
Ecco ero partito per fare gli auguri e mi ritrovo ad aver voglia che arrivi subito domattina.
Comunque il 2008 è un numero che mi fa simpatia, spero dia questa buona impressione anche a Voi...

giovedì 27 dicembre 2007

Beneficenza vs solidarietà

Trovo la beneficenza una pratica meritevole e salutare. Anche il volontariato lo è. Fa bene e non c'è che dire a proposito di questo. Tuttavia, a volte, si ha l'impressione che dietro tutto questo vi sia un'ipocrisia di fondo e finanche qualcosa di truffaldino. Un esempio: il caso intervida
"In Spagna, nell'aprile del 2007 le prime pagine dei principali giornali (tra cui El Pais e Abc) avevano iniziato a dare la notizia di presunte irregolarità in Intervida nella gestione dei fondi raccolti dagli oltre 340.000 spagnoli che hanno da anni avviato con questa associazione un'adozione a distanza. Nel mese di agosto l'inchiesta spagnola è culminata con l'accusa di presunta frode e di (sempre presunta) appropriazione indebita mossa a sei dirigenti, tra cui il fondatore sia della sede spagnola sia di quella italiana (Intervita), della quale ha mantenuto la presidenza fino a luglio 2007. Contemporaneamente, in Italia le pagine dei nostri giornali ospitavano una grande campagna di adesione ai progetti di adozione a distanza firmata proprio da Intervita, nel silenzio totale su quanto accadeva in Spagna: la nostra stampa non ne ha quasi fatto cenno, eppure era una notizia sicuramente interessante per i circa 58.000 ignari donatori della filiale italiana. (inchiesta Focus.it)"
La fondazione di Bill e Melinda Gates sembra non essere seconda a nessuno in fatto di beneficenza:
"creata nel 2000 per portare innovazioni a livello di sanità e conoscenza ai più disagiati, fa girare ormai più di 60 miliardi di dollari, da quando, a giungo scorso, Warren Buffet, il secondo colosso degli Stati Uniti, ha deciso di fare una donazione di una trentina di miliardi. Una somma che rappresenta quasi i tre quarti del suo patrimonio totale, che si aggira intorno ai 45 miliardi. La donazione totale della fondazione oltrepassa ormai il Pil totale di Camerun, Tanzania, Costa d’Avorio e Repubblica del Congo messi insieme. E poco importa se le scuole aiutate dalla fondazione hanno computer Microsoft…
Ed è qui che si trova uno dei limiti della beneficenza: il donatore è l’unico regista, muove i fili della borsa di fronte ad un beneficiario che raramente può dire la sua. Tuttavia, milioni di persone che fanno beneficenza in silenzio fanno atto di resistenza, in un società che dà valore all’acquisto impulsivo. E poco importa che lo facciano per stare a posto con la coscienza come se fosse un prodotto di largo consumo." (Angelina e le sue sorelle. Se donare è un business)
Anche la Chiesa Cattolica, a scopo di beneficenza, scende a dei compromessi, che, in altri campi (preservativo, aborto, fecondazione assistita, eutanasia etc) sono rifiutati nettamente. Ricavo la notizia da questo post di Tiziana Fattori.
"Sono rimasta davvero stupita qualche giorno fa quando, insieme all’oroscopo, mi è arrivato un secondo messaggio, sempre dal servizio oroscopofree, questa volta della Cei. Sì, la Cei o la Conferenza Episcopale Italiana che per Natale deve aver deciso di stringere una partnership alquanto “innovativa” per raccogliere fondi." Eppure dico io, nella Bibbia non si trova alcuna condanna del preservativo, mentre si trovano pesantissime condanne nei confronti degli oroscopi, considerati senza alcun appello degli atti di idolatria. Trovi il post completo qui
In conclusione, volendo evitare di essere frainteso, io non sono contro la beneficenza né contro il volontariato in genere (chi mi conosce lo sa). Devo però fare il mio solito invito (rivolto prima di tutto a me stesso) a tenere aperti gli occhi e acceso il cervello. Non come una facile scusa per non far niente di solidale, che è tutto il contrario di ciò che vorrei dire.
E poi un'altra cosa mi passa per la testa: che la beneficenza non può assolutamente sostituire la solidarietà e i servizi dello Stato sociale. Se apparteniamo a uno Stato, dovremmo far di tutto perché l'aspetto sociale dello Stato non venga soppiantato da una delega a delle fantomatiche associazioni private, che spesso fanno gli interessi esclusivi di chi amministra il denaro.

lunedì 24 dicembre 2007

Buon Natale a tutti i buoni amici che seguono queste mie farneticazioni in forma di blog!

domenica 23 dicembre 2007

Buchi neri


Fonte delle immagini (http://it.wikipedia.org/wiki/Buco_nero)


Quando una stella con una massa almeno dieci volte quella del nostro sole finisce la sua vita, avviene un collasso gravitazionale e si forma un buco nero (che peserà circa tre volte il sole, perché il resto della materia si è perso nella fase finale della vita della stella). Un buco nero è un posto dove l'attrazione gravitazionale diventa pressocchè infinita, non essendo contrastata da nessun altra forza centrifuga: il tempo si ferma, il tessuto connettivo dello spazio-tempo collassa. Il termine buco nero deriva dal fatto che da un corpo di questo genere neanche la luce riesce ad evadere. Pertanto non possiamo osservarlo direttamente. Gli scienziati ne desumono l'esistenza da effetti indiretti e, d'altra parte, l'esistenza di corpi questo genere è prevista dalla teoria della relatività generale di Einstein (per maggiore precisione e migliore comprensione, vedi Wikipedia alla voce buchi neri)Inoltre ricopio il seguente brano di Stephen Hawking:"la gravità attrae sempre, almeno in situazioni normali. Se la gravità fosse a volte attrattiva e a volte repulsiva, come le cariche elettriche, noi non l'avremmo mai notata, essendo essa circa dieci alla quarantesima volte più debole. Solo grazie al fatto che la gravità ha sempre lo stesso segno, le forze gravitazionali tra le particelle di due corpi macroscopici come noi e la terra si sommano dando luogo a una forza che noi possiamo percepire.Il fatto che la gravità sia attrattiva significa che tenderà a formare concentrazioni di materia, le quali danno origine a stelle e galassie. Col tempo, però, il calore o il momento angolare si dissipano e l'oggetto comincia a concentrarsi. Se la massa è inferiore a una volta e mezzo circa la massa del sole, la pressione può essere arrestata dalla pressione di degenerazione di elettroni o neutroni. L'oggetto si stabilizzerà nella forma, rispettivamente, di una nana bianca o di una stella di neutroni. Se invece la massa è superiore a questo limite, non c'è nulla che possa arrestarne la contrazione e impedirle di continuare a contrarsi. Una volta che il volume di quest'oggetto sia diminuito al di sotto di una certa grandezza critica, il campo gravitazionale alla sua superficie sarà così intenso che i coni di luce saranno orientati verso l'interno... Questa regione viene detta buco nero. Il suo confine viene chiamato orizzonte degli eventi ed è una superficie nulla formata dai raggi di luce che non riescono per un'inezia a sfuggire verso l'esterno" (Hawking/Penrose, La natura dello spazio e del tempo, Superbur Scienza, 2002, pagg. 49-51)

venerdì 21 dicembre 2007

Effetto serra: fatalismo e responsabilità

Linko da "La Repubblica.it" due articoli che mi sembrano abbastanza interessanti. Uno (Clima, verità e speranza nella morsa di media e politica) si occupa degli effetti deleteri che un eccesso di catastrofismo (soprattutto mediatico) nella considerazione del problema climatico puà generare. La verità è che, prima ci renderemo conto a livello globale, che sul clima si può influire, prima potremo intervenire con misure adeguate per fronteggiare il problema. Il pessimismo spesso fa solo il gioco di chi non ha la minima intenzione di attuare misure adeguate. Il secondo di questi articoli (L'eco-ottimista che cambia l'America "E' quasi troppo bello per essere vero") è incentrato sulla figura di Amory Lovins, secondo cui "Un sesto della produzione mondiale di elettricità e un terzo di quella installata nel 2005 - afferma - è derivata dalla microproduzione. Un dato che in pochi capiscono. La cogenerazione e le rinnovabili nel 2005 hanno aggiunto alla produzione mondiale quattro volte la quantità di elettricità immessa e undici volte la capacità di generare elettricità del nucleare, ma i fan dell'atomo continuano a dire che sono cifre piccole, limitate, e che ci vorranno decenni perché siano competitive. La verità è che sono i grandi impianti centralizzati, che siano a carbone, gas, petrolio o nucleare, ad aver perso metà del mercato dell'elettricità perché l'altra metà se la sono presa microproduzione, rinnovabili e risparmio energetico, ma nessuno ci ha fatto caso".
Insomma, a quanto pare, due sono i poli della questione: il catastrofismo non serve a nessuno; nascondere la testa sotto la sabbia non risolve nessun problema. Il futuro non è un caos su cui l'umanità non ha alcun controllo ("Ottimismo e pessimismo - dice Lovins - sono due aspetti dello stesso irrazionale modo di concepire il futuro come fatalismo, anziché come scelta, senza assumersi le responsabilità di costruire il mondo che desideriamo".
Io di solito sono pessimista per partito preso, contro ogni tipo di occhiali rosa (che del resto non indosserei mai :-), ma se il mio pessimismo/fatalismo deve diventare una scusa per gli altri e per me stesso per non fare niente, volete vedere come mi trasformo in un ottimista in cinque minuti?

(Repost) Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere (Wittgeinstein)

Magari non è corretto e probabilmente non è onesto, perché premetto di non aver letto Wittgeinstein. D’altra parte sarebbe una lettura troppo difficile per il mio ciriveddu. Ma sono andato a cercarmi due citazioni del Tractatus logicus-philosophicus, entrambe ricopiate da un mio vecchio libro di filosofia, che mi sembrano particolarmente dense di significato, anche pratico, per la vita di tutti i giorni:
D’una risposta che non si può formulare non può formularsi neppure la domanda. L’enigma non v’è. Se una domanda può porsi, può pure avere una risposta. Lo scetticismo è non inconfutabile, ma apertamente insensato, se vuol mettere in dubbio ove non si può domandare. Ché dubbio può sussistere solo ove sussiste una domanda; domanda solo ove sussiste una risposta; risposta solo ove qualcosa può essere detto […]. Eppure v’è l’ineffabile. Esso si mostra. E’ il mistico.
E ancora:
Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.
Tacere quindi non per imposizione o altro evento esterno, ma perché dopo aver riflettuto e pensato, nei limiti della nostra possibilità, siamo arrivati alla conclusione che su certe cose, non ci sono domande e non ci sono neanche risposte.

mercoledì 19 dicembre 2007

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” è un verso e una poesia di Cesare Pavese, che ogni tanto ripeto mentalmente. Sono molto grato a Pavese per queste parole. Mi hanno fatto e mi fanno immaginare la morte come una donna dallo sguardo bellissimo. Ci sono tanti modo per esorcizzare la morte, per rendersene il pensiero meno nemico. Spesso i poeti parlano di morte. Un invito, un'offerta di pace, un viso che riappare da uno specchio, la consolazione di scendere muti, pacifici, senza proteste.


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Cosí li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
22 marzo '50

(Cesare Pavese)

lunedì 17 dicembre 2007

La tessera elettorale

Sarò un povero illuso, ma non brucerò né consegnerò la scheda elettorale. Dico questo perché in questo ultimo periodo (mi) è stato proposto da più parti. Evidentemente è una voce che gira. Ma io, che magari conservo un briciolo di orgoglio e sogno di contare, non per i soldi e nemmeno per l'intelligenza o l'apparenza, non voglio rinunciare a questo infinitesimo potere che mi viene dall'essere un cittadino elettore.

domenica 16 dicembre 2007

Contro la ragion di Stato



Fonte della foto Il Messaggero

Idrogeno

Leggiucchiando qua e là ho trovato che l'idrogeno costituisce non una fonte di energia, ma un vettore di energia. Con l'idrogeno si possono alimentare sia i tradizionali motori a scoppio (che però a quanto sembra non sono del tutto esenti da inquinamento), sia motori a celle a combustibile che sfruttano un processo di ossidazione dell'idrogeno a bassa temperatura.
L'utilizzazione dell'idrogeno al posto dei tradizionali combustibili, consentirebbe una significativa riduzione dell'emissione di CO2 nell'atmosfera, in quanto il sottoprodotto dell'ossidazione dell'idrogeno è vapore acqueo. Tuttavia, come dicevo, l'idrogeno è principalmente un vettore energetico. Resta il problema della sua produzione.
Non sono un esperto, ma mi sono convinto che non basterebbero tutto l'eolico, il solare, o le biomasse del mondo per produrne una quantità sufficiente a risolvere i problemi del mondo e, in ogni caso, occorre prestare attenzione all'economicità di tutto questo, visto che al mondo interessa di più la grana che il futuro dei propri figli.

sabato 15 dicembre 2007

Vecchie ruggini

Vai a capire la dinamica della psiche. Anche la propria diventa un mistero certe volte. Il giorno prima, quando pensi a una persona, il cuore ti si riempie di dolcezza; il giorno dopo ti da i nervi solo pensarci.
Anzi cominci a ripensare a quelle volte che ti ha riempito di scarabocchi, a mo' di correzione, lavoro fatto con fatica, che ti ha creato problemi per delle cose da nulla, o che ha fatto valere la sua posizione di comando. E sono cose anche di diversi anni prima. Ho preso le misure adesso, mi sono adattato, ma ci sono momenti in cui ti ritrovi davanti certi piccoli particolari, e in questi ci ritrovi un significato:
Non è che ognuno fa il suo lavoro e rispetta quello dell'altro. C'è sempre chi comanda e non si adatta mai e chi deve adattarsi, volente o nolente, ai bisogni (quando non si dovrebbero chiamare fisime) dell'altro. A pensarci è proprio per questo che mi sono inventato il cane di Jack, per rappresentare il mio adattamento e la fatica della propria flessibilità: uno che, bene o male, fa il proprio lavoro, spesso anche con soddisfazione, ma non ama il proprio padrone (anche se spesso si ritrova a soffrire della sindrome di Stoccolma), e dentro ha una grande voglia di libertà e una notevole insofferenza per i comandi, gli ordini, le disposizioni.

mercoledì 12 dicembre 2007

Fusione fredda

Nessuno ne parla quasi più; perciò voglio fare da specchio a questi documenti pubblicati insieme ad altri sul sito web di Rainews24. Naturalmente Google è pieno di risultati sulla fusione fredda, ma io ho scelto questo e un'inchiesta di Report di qualche anno fa, perché mi sembrano provenire da fonti giornalistiche abbastanza affidabili.
Mentre il mondo muore soffocato dall'anidride carbonica e i nostri politici non sanno fare altro che discutere di legge elettorale, non si riesce a spendere nemmeno pochi spiccioli per delle ricerche costose -per niente- e che potrebbero cambiare il mondo (e anche se fossero inutili, bisogna considerare che quando si cerca si trovano tante cose inutili che però possono venire buone un domani per farci chissà che cosa che ancora non immaginiamo...)

venerdì 7 dicembre 2007

Specchio su LA RIVA DEL MARE e domande varie

Frida in "Qualche riga su una cosa: il razzismo di certi sindaci" scrive
"Solo due cose..un appello alla maggioranza dei ”lombardo-veneti” di mente “aperta”, accogliente, concreti e razionali: fate sentire forte la vostra voce a questi sindaci qua…Che sia il vostro il messaggio più forte…Boicottateli come meglio potete…Manifestate dissenso e riscattatevi(ci) da questa coltre di razzismo intollerabile..questo si, davvero, senza scusanti..E, poi, la seconda cosa..Di razzismo un pò tutti pecchiamo, se ci passiamo una mano sulla coscienza..Difficile dirsene esenti del tutto (almeno da quelle forme più subdole, ma pur sempre razziste del tipo”io non ce l’ho con loro, anzi, ma..”, o “E per il loro bene..Si trovano male, così..qui da noi”, ecc..), sia che abitiamo al sud, sia che risiediamo al nord,..sia che ci “guardiamo” come semplici cittadini, che come rappresentanti delle istituzioni, ma la cultura dell’accoglienza e della tolleranza, che ,parimente appartiene a tutti ,dobbiamo “esercitarla”..passarla alla pratica..Ecco, ricordiamocene quando è ora di dare credito elettorale a certe persone..Il razzismo è duro a morire, ma..intanto non facciamogli incassare troppi “guadagni” elettorali..o semplicemente politici (di bassa politica).."
Non posso che sottoscrivere.
In più vorrei aggiungere qualcosa dicendo ai Sindaci e ai loro elettori che il razzismo non ha alcuna base dal punto di vista genetico, checchè ne possa dire qualcuno, e che, anzi, la mescolanza delle varietà umane ha sempre portato vantaggi evolutivi e culturali a quelle società che hanno saputo coglierne l'opportunità.
Inoltre davanti a certi fenomeni non posso fare a meno di pormi una domanda: qual'è il ragionamento non espresso delle iniziative di questi giorni: "Tutti gli stranieri sono delinquenti?"
Non dovremmo piuttosto pensare che tutti i delinquenti devono essere trattati allo stesso modo dalla legge?
E concludo chiedendomi: Lo Stato di diritto sta diventando un'utopia? Un qualsiasi Sindaco può mettersi a legiferare? Dov'è il Governo?

giovedì 6 dicembre 2007

Iridologia e riflessioni sulla fantasia

Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima, ma alcuni siano convinti che siano anche lo specchio del corpo. Infatti esiste una pseudoscienza che pretende di vedere in ciascuna delle due iridi una rappresentazione topografica delle varie parti del corpo, la qualcosa è indimostrata e indimostrabile. Tra l'altro secondo gli stessi iridologi la pratica serve solo a diagnosticare le malattie e non a curarle. Che senso ha? mi chiedo.
E' un dato di fatto che le cose fantasiose attraggano la gente, e non solo le cosiddette menti semplici. E un altro dato di fatto è che le persone che hanno abbracciato una di queste fantasie non si lasciano mai convincere dagli argomenti razionali, preferendo una concezione fideistica della vita (preciso di non essere contrario alle concezioni fideistiche, purché siano anche concezioni tolleranti, che non si racchiudano in un arroccamento difensivo, non appena i propri postulati vengano messi in discussione).

Iridologia sul sito del Cicap

domenica 2 dicembre 2007

Ma siamo sicuri che il medico della pubblicità sia veramente un medico?

Qualche tempo fa ho letto un libro di Robert C. Cialdini, intitolato “Le Armi della persuasione (Come e perché si finisce col dire di si)”, pubblicato in Italia dalla Giunti.
Pur essendo stato scritto nel 1984, credo che sia uno di quei libri che vanno “ripassati” di tanto in tanto. Ne consiglierei comunque la lettura a tutti.
Ne riporto un pezzetto tratto dall’ultimo capitolo del libro, tanto per capire cosa vi si legge.
E tuttavia anche noi abbiamo una capacità limitata e, per una maggiore efficienza, dobbiamo talvolta rinunciare al più elaborato e lungo procedimento decisionale che tiene conto di tutti i dati… Abbiamo esaminato via via alcuni tra i più comuni di questi dati parziali che utilizziamo per decidere in casi del genere…. E’ per questo che ci basiamo tanto sui fattori di contraccambio, coerenza con gli impegni presi, riprova sociale, simpatia, autorità e scarsità, e lo facciamo in maniera così automatica…. E’ tanto più probabile che ci affidiamo a questi segnali isolati quanto non abbiamo la disponibilità, il tempo, l’energia o le risorse per intraprendere un’analisi completa della situazione. Quando siamo in condizioni di fretta, stress, incertezza, indifferenza, distrazione o affaticamento, tendiamo a restringere il nostro campo focale, considerando una parte minore dell’informazione accessibile… ripieghiamo sul metodo, primitivo ma necessario, di prendere per buono un singolo pezzo di informazione
Tutto ciò diventa tanto più vero nel momento in cui aumentano le fonti di informazioni disponibili, si restringono i tempi che la gente può dedicare alla meditazione e ponderazione delle proprie scelte e, da più parti, con dolo o con colpa, vengono concessi ricchi incentivi “di Stato”, al risparmio energetico diretto all’uso di quella potente macchina, dai consumi eccessivi, che è il cervello.
Il capitolo VI, il più inquietante, del libro di cui ho parlato è dedicato al principio dell’autorità, come strumento di persuasione. Vi si parla dei vantaggi evolutivi che hanno portato questo principio ad essere uno dei principali pilastri su cui si fonda l’organizzazione umana e delle sue potenzialità negative quando esso sia usato in malafede o da millantatori.
Riflettendo, mi pare evidente che quando si è lontani da un fatto o da una situazione, spesso, da un’unica fonte di informazione, traiamo delle conclusioni definitive che, difficilmente, poi vengono rimesse in discussione.
E’ veramente necessario un quotidiano allenamento per verificare l'autorità o l'autorevolezza delle fonti, ma è un compito che va svolto, ogni qualvolta sia possibile, senza nessuna ansia distruttiva, ma anche senza nessuna rassegnazione a farci, singolarmente o collettivamente, prendere in giro.