venerdì 14 settembre 2007

Aggiornamento su "Lei si droga" e alcune considerazioni sul mio stato psicologico alla data odierna

La storia ha avuto un seguito. Oggi senza che io abbia potuto sapere perché, mi ha chiamato. Era stranamente allegra come quella volta, circa un mese fa, e mi ha raccontato di un piccolo randagio che le è venuto dietro e di strane lezioni di non so che (il mio telefonino è andato fuori campo nel momento in cui mi raccontava di tutte queste attività). Non che non ci fossimo sentiti nel frattempo, ma le altre volte non era in una di queste fasi di felicità patologica. Oggi però mi ha trovato in un momento di nervosismo che dura ormai da qualche giorno e che nasce da una delle mie solite frustrazioni: sono poco incline a sopportare la gente, quando mi rendo conto di non avere il coraggio, la bellezza, la profondità, lo spessore, l’intelligenza per ottenere ciò che voglio. E la sensazione che provo mentre scrivo queste righe di aggiornamento me lo conferma. Sono infastidito da me stesso. La mia allegria è al minimo e la sua aumenta: che invidia! Per quanto riguarda la droga di cui fa uso, sto continuando a fare ipotesi. Penso che si tratti di qualche alga, che usa come ingrediente di qualche intruglio macrobiotico. Sta meglio, è dimagrita. Sono contento di questo, ancora riesco ad esserlo.

Ho fatto del mio meglio per fare battute acide, ma non credo di essere stato in grado di scalfire la sua allegria e la sua gioia di vivere. Tutto va visto con carità (ma la mia carità è latitante) e perciò mi sono ripetuto e mi ripeto che non ho il diritto a farle del male. Sono impressionato però e invidioso. Vorrei anche io essere felice, ma quando penso di capire in quale modo potrei riuscire ad esserlo, mi si annebbia la vista.

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