giovedì 17 gennaio 2008

Mento sempre quando si tratta di amore

Io non vedo i basalti del corso principale di questo mio paese. Non li vedo perché sono neri e il nero è un non colore. Ancora il nero. E questo nero ha ricoperto la bianca carta che c’era sotto. Qualcuno ha voluto scriverci un tratto, o disegnare una stanghetta che va dal mare a un quarto di collina.
Nascemmo qui circa quaranta anni fa. Per la precisione, quando io nacqui, tu eri già nata da un paio di anni e sgambettavi già come un maschiaccio per la grande strada cittadina.
Ecco mi viene l’ansia di far presto, di farti crescere e diventar donna, perché forse sono partito troppo da lontano, o forse perché già sono stanco dei preliminari: tu sai quanto mi piace fare sesso con te. Persino, a volte, mi è anche scappato un “ti amo” sussurrato.
Noi due siamo questo: da una parte il mare e dall’altra la montagna. Tu pensi di essere il mare? Io non credo che si sappia con precisione quello che è liquido e quello che è roccia e lava. Certo siamo sembrati strani come quelle grandi colonne di vapore che si alzano, quando il fuoco lambisce l’acqua e gli altri capiscono poco e nulla di quel che succede nel punto di incontro
Quando ti ho conosciuta, tu eri ragazzina e io quasi adolescente. Tu dici che ero già grande e cresciuto, ma, se ben ricordi, ero timido e introverso, poco pratico con le donne. Le mani però andavano da sole, erano ansiose di scoprire cosa c’era al di là delle vesti, fino a quel giorno, vallo, trincea e diga dei desideri.
Io mi ricordo che c’era un albero alla Villa Bellini e c’era una quercia vicino casa mia e tu ti ricordi che io puzzavo un po’ di legna bruciata, di muschio e di terra. Mi sono sentito troppo lavato quando ci siamo incontrati di nuovo, troppo cittadino. Se me lo avessi detto allora, invece sarei scappato per la vergogna e mi sarei messo a piangere.
Secondo me ci laviamo troppo e il nostro odorato si è disabituato a distinguere i sentimenti delle persone e certi aspetti del loro carattere. Eppure, anche io sentivo i tuoi odori forti e neri, anche se tu eri più cittadina. E li sentivo molto più di oggi: vuol dire forse che i nostri sensi erano più svegli?
Non dico altro, perché soffro ormai di troppe parole o di troppo poche.

(postato per la prima volta il 19/11/2007)

3 commenti:

nonsoloattimi ha detto...

Buongiorno I, non riesco a commentarlo, bellissimo ma l'emozione che ho provato nel leggere non si può esprimere...un saluto Claudia

Fra ha detto...

..:-) ..felice di trovare proprio questo post al mio "rientro" dopo i problemi di linea che ho avuto..Sai bene quanto mi piace..Ecco, così te l'ho anche commentato..che a novembre non lo avevo fatto..;-):-)

Il cane di Jack ha detto...

Grazie Claudia, del tuo dolcissimo e immeritato "non commento"!
Grazie Frida, che sei sempre la mia lettrice preferita :-)