lunedì 23 luglio 2007

Sono il cane di Jack

Sono il cane di Jack. Uno dei cani di Jack, a dire il vero. Il mio mestiere è tirare la slitta su grandi distese di neve, tra boschi, su laghi ghiacciati. A me non importa di essere uno dei cani di Jack. Credo che sia difficile da capire come si possa finire con l'adattarsi ad essere il secondo o il terzo o il quarto nel tiro, ma continuo a tirare perché detesto essere un peso.
La sera quando il fuoco è acceso sento tutta la nostalgia della libertà, ma non venderei la mia anima né per una gustosa porzione di carne in scatola, né per una cagnetta in calore che fa la smorfiosa.
Io tiro ma non do la mano al mio padrone e non corro scodinzolando dietro a ossi di plastica. Io calpesto pianure interminabili e scalo colline e montagne. Affronto tempeste. Attraverso valichi, trasporto uomini e cose attraverso sentieri che pochi oltre il cane e l'uomo osano sfidare.
Il mio padrone non nutre nessun sentimento, nemmeno di affetto nei miei confronti. A lui importa solo che io abbia la forza per fare il mio lavoro; per questo continua a nutrirmi. Io lo rispetto ma non lo amo. L'amore si basa sulla libertà e io sono solo il cane a cui da da mangiare perché questo lo salva dal perdersi a nord.
Quest'aria gelida e questa fatica sono tutto quello che mi resta (e non è poco, te lo assicuro) fino a quando, dentro me stesso, non troverò il coraggio di andare via, scomparendo in una bella foresta di questo posto chiamato Klondike.

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