mercoledì 6 febbraio 2008

Catania e i miei neuroni -repost dedicato a un'amica

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Catania è una città fatta di atomi, illuminata da un flusso continuo di fotoni, di origine solare di giorno e artificiale di notte. Di giorno i fotoni cadono abbondantemente e ne fanno città assolata. Di notte ce ne sono di meno, ma nelle zone centrali c’è abbastanza luce per evitare di inciampare e anche di più. Comunque sia, la luce è sempre sufficiente per notare che si tratta di una città ricca di blocchi di lava raffreddata. Le sciare arrivate a mare sono fatte anche esse di atomi e ci sono scogliere fatte di atomi che assorbono moltissima luce e perciò assumono il caratteristico colore bruno dei basalti. Sono diventate scure da centinaia di anni le scogliere mentre continuano ad essere carezzate ed erose da onde di una soluzione salina di h2o, cloruro di sodio e vari altri sali. Mi sono sempre chiesto come abbiano fatto a formarsi questi enormi agglomerati di atomi chiamati città. Certo la forza di gravità deve avere avuto una certa importanza; infatti essa ha influenza su tutto, una precondizione dell’esistenza sulla terra, un po’ come lo spazio e il tempo. Si può notare infatti come la terra scenda sempre dai monti verso il basso e formi le pianure; queste pianure poi costituiscono la base su cui vengono costruite molte città. Ma a volte dal monte scendono lave e si creano città costruite in parte sulla sciara come Catania.
Catania è fatta anche di uomini come di pietre, cosa comune a tutte le città, tranne a quelle morte, ormai ricoperte e celate dalla sabbia o dal mare. Gli uomini e le donne di Catania sono formati di atomi, la stessa materia, gli stessi noiosi elettroni e protoni, gli stessi ignavi neutroni. Più in alto, quando tutto diventa visibile questi atomi diventano attori bugiardi, ipocriti simpatici e violenti sanguinari, freddi e caldi a seconda delle stagioni e delle situazioni. Ci sono anche belle donne con bei cervelli, più forti di quello che sembrano, più forti certamente dei loro uomini malgrado le apparenze. E tutti vogliono sempre dire la loro su tutto e, tutti, in un certo modo recitano. Mi chiedo come si spostino gli atomi nella storia personale di un uomo. La materia viaggia attraverso il tempo e i miei atomi hanno incontrato tante volte nei luoghi e nel tempo quelli della città di Catania. Io mi ricordo i treni marrone. Mi ricordo gli ospedali. Mi ricordo la salita di San Giuliano, la fiera, la visita medica di leva. Io mi ricordo il primo esame universitario; mi ricordo che c’erano belle ragazze. E chissà quanti atomi ci sono ancora dentro di me di quella volta che baciai Graziella alla Villa Bellini e quanti di me ancora dentro di lei. C’è un continuo ricambio di hardware e software in un uomo che mi chiedo cosa rimanga alla fine. Mi chiedo cosa rimanga di quell’albero sotto il quale l’ho baciata e sotto il quale dai nostri occhi fuoriuscì qualche goccia di un’altra soluzione salina, per qualche verso simile a quella che si infrange sulle sciare di Catania. Ad ogni modo domani tornerò in quella stazione assolata lambita dal mare, scenderò da un treno dotato di moto e di massa e anche io dotato di moto, di massa e di occhi scenderò dal treno verso le otto del mattino. Poi salirò da quella strada e passerò ancora sotto il balcone di quella donna che più di tutto mi ha fatto amare Catania, che ora si trova in uno spazio e in un tempo diverso dal mio. Tanto lontani che non ricordo più nemmeno il nome di lei. E come tutte le mattine con un po’ di tristezza, immerso in quel flusso generoso di fotoni, poggiando i piedi sulla materia vuota e solida di questo pianeta e di quella città, incapace di sprofondare nel suolo a causa della carica positiva dei miei elettroni superficiali che respingono gli elettroni superficiali del suolo di Catania, tra me e me dirò: “Bene”.

4 commenti:

Fra ha detto...

:-)...Sempre molto, molto bella..:-) Più si legge e più si apprezza, questo tuo vecchio scritto..E più, leggendolo, non si può non amare questa "tua" Catania, fatta di atomi, neuroni e lava, vista con gli "occhi" delle tue parole..
Un bacio,
Frida

Lara ha detto...

Concordo con Frida.
Non si può non amare questa città fatta di atomi, neuroni, lava, con il suo centro di gravità.

Sei un grande Jack!
Ho visto video e foto tue e di Frida sul Trovacose. Uno spettacolo!

Ciao

Fra ha detto...

..Ciao Patrizia..Grazie anche da qui..:-)
Frida

Il cane di Jack ha detto...

Grazie ragazze :-)