martedì 22 luglio 2008

Tempo di repost: SHABBĀK

A voi ancora nessuno l’ha detto. Giovedì scorso uno sciabecco pirata, armato a tre alberi, con vele latine e ventiquattro cannoni pronti a frantumare il legno nemico, barbaresco, di Tunisi si disse, pieno di settantacinque pirati dalle facce cattive è entrato nel porto turistico di Riposto. Manovra veloce col vento a favore, si mette di fianco e dodici bocche fan fuoco sulle barche ormeggiate. Erano ricche barche di ricchi. Dovevate vedere come piangevano e urlavano, com’erano atterriti, nessuna difesa, hanno lasciato le loro belle barche farsi spezzare, depredare e incendiare. Bello spettacolo che mi ha fatto in un certo senso contento (non me ne vogliano i riccastri proprietari delle belle barche a motore, è solo il sogno che uno sciabecco pirata a vele e remi entri nel porto e si prenda la sua luminosa e fiammeggiante rivincita sul tempo e sulla noia).
Quei malefici pirati barbareschi hanno occupato il faro ed il molo foraneo durante la notte, alcuni di loro armati di spade e archibugi. All’alba è entrata la nave, come dicevo, svegliando tutto il paese con il bombardamento.
Entrano, violentano e rubano (non me ne vogliano i bruni pirati, che per loro rubare è diritto di guerra e di mare). Catturano uomini e donne da farne schiavi.
Violentano Angela del Bar Tabacchi, cinquant’anni suonati e bionda (non capisco perché le donne di una certa età si tingono i capelli di giallo, riesco a capire chi c’è nato biondo, ma se uno ingrigisce e vuole cambiarsi il colore, perché proprio il giallo?). Ai pirati barbareschi, brutti ceffi, gente veramente cattiva, è piaciuto farle la festa, allargarle le gambe e penetrarla con la violenza di chi è stato per mare e sono mesi che non vede una donna. Lei, durante le copule faceva dei gridi pazzeschi e io non capivo se era morte o era vita, dolore, terrore o allegria.
Giovedì scorso, mentre i Carabinieri chiamavano la Polizia di rinforzo e la Polizia non voleva credere che fossero entrati i pirati a Riposto (l’ispettore Bozza di turno al Commissariato, si sbellicò dalle risate e non voleva credere a quello che il Maresciallo Buozza, suo omonimo o quasi, gli raccontava e soprattutto non riusciva a immaginare un mucchio di pirati barbareschi, all’inizio del molo foraneo, addosso alla Signora Angela, quella del bar tabacchi, proprio la signora bionda e antipatica che non mi è mai piaciuta -non me ne voglia la signora Angela, che non si chiama così, almeno spero, ma lei non mi è mai piaciuta perché già i commercianti non mi sono troppo simpatici, figuriamoci quelli che non sorridono mai e magari ti scambiano per uno della finanza e ti fanno uno scontrino miserabile e amaro che fa pendant con il caffè).
Il passato giovedì, il Commissario Bellaversione e il Tenente dei Carabinieri, Migliore -già un carabiniere era stato passato a fil di spada e gravemente ferito e il cannone di prua dei pirati aveva centrato in pieno la camionetta della Polizia arrivata di rinforzo a controllar la situazione- hanno tentato una trattativa con i pirati. Quelli però sono uomini di mare, abituati alla violenza e alla morte, e non se ne vanno finché non hanno caricato la stiva di schiavi e d’oro, insomma di qualcosa che abbia un valore, da rivendere in Africa, ché anche loro hanno famiglia e il padrone della nave –che osserva da sotto la sua tenda a colori, posta a poppa dello sciabecco, anche qualcosa in più: harem di sei mogli.
Difficile comprendere la lingua dei pirati, dialetto arabo antico che nemmeno Mohamed il tunisino, venditore al dettaglio di cacciaviti e copricerchioni, chiamato da interprete, è riuscito a tradurre. L’unico successo fu ribadirsi che Hallah è grande e Maometto il suo grande profeta e niente, nessuna parola, che potesse accelerare la partenza della nave pirata da questo anno duemilaquattro non suo, da questo paesetto quasi cristiano della Sicilia orientale.
Sono abili i pirati a tagliar teste e parti del corpo. Oggi le teste vengono tagliate coi coltelli, con crudeltà che non è dei tempi andati. Mozzar teste di netto con spade affilate, con una certa eleganza senza ostentazione inutile, senza filmati trasmessi via internet (Non me ne voglia chi col volto travisato, dopo tante blaterazioni, taglia le teste coi coltelli affilati; è pur sempre un sogno, di uno sciabecco pirata con equipaggio di uomini che conoscono la violenza del mare e del vento; che violentano donne bionde e aggrinzite, che fanno schiavi e che gettano per mare inutili telefonini e mostruosi portatili).
Quando è stato il tempo, il giovedì, al tramonto, quando la nave non era troppo leggera o troppo pesante (i pirati sono esperti uomini di mare e sanno quanto caricare la nave), i remi hanno cominciato a vogare e veloce com’era arrivato, issate le vele appena uscito dal porto, lo sciabecco se n’è andato dallo stesso punto esatto da cui era uscito, scomparso nel mare.
Ho il ricordo ancora vivissimo di uomini cattivi e duri, con facce da pirati. Ecco con facce, non banditi feroci con il volto nascosto da un passamontagna da squagliarci dal caldo, mentre si fanno discorsi, mentre si taglia la testa ad un uomo per far comprendere solo a tutto il mondo che la testa di un uomo non è così importante da vincere la guerra)
Ho il ricordo di un pirata dal ghigno d’acciaio che si avvicina impugnando la spada e mi guarda. Probabilmente io e gli altri vicino a me, non siamo buoni per fare gli schiavi. Si vede che siam povera gente e nessuno pagherebbe un riscatto in euro privi di senso. Potrebbe uccidermi, ma se ne va. Torna per mare col suo sciabecco. Posata la spada tornerà a remare, verso il porto di Tunisi o chissà dove.
Venerdì scorso ancora le barche fumavano, tutti giovani e vecchi, poliziotti e carabinieri, donne quelle violentate e quelle ignorate e tutti, i poveri e i ricchi, ci siamo guardati negli occhi.
Troppo strano che uno sciabecco pirata sia entrato in quel porto, che abbia fatto tanti disastri in un giorno. Quella storia del cannone di prua della nave pirata che, con un colpo solo (un cannone di bronzo, di bronzo! capite?), ha centrato la camionetta della Polizia è troppo difficile da scriverci un rapporto, e poi, chi si denuncia: ignoti pirati a bordo di uno sciabecco dell’anno 1701?
Tutti sono d’accordo a non fare parola. I morti, i feriti, gli scomparsi, li nasconderemo in qualche spazio nascosto del cuore, li copriremo con un sogno allucinato e quelli che devono riposare, riposeranno in pace.
Io solo racconto una parte di storia. Io solo. Ma nessuno mi prenderà sul serio e anzi io stesso dico che questa pagina scritta non è vera. Lo nego decisamente. Non c’ero. Ho scritto quello che ho scritto in preda a una crisi di astinenza da fumo, perché i pirati hanno preso le sigarette che c’erano in città e le hanno portate con sé verso quel porto di Tunisi dove approderanno tra poco.
[scritto nell'anno 2004]

4 commenti:

Fra ha detto...

Che belli i tuoi racconti! Poi questo, dalle atmosfere esotiche e d'avventura, è adatto all'estate e alle letture dei pomeriggi pigri e sonnacchiosi, dove "si parte" con la fantasia e si fan tanti bei viaggi..:-) ...Sai bene che mi son sempre piaciuti i tuoi racconti, te l'ho sempre detto nei blog! Così mi hai fatto venire in mente che "un tempo", quando il "cane di jack" non era ancora il "cane di jack", di racconti ne scrivevi di più..Beh! Si vede che c'è un tempo per i racconti..e un tempo per l'impegno ( e le riflessioni..e la scienza e l'ambiente, e la filosofia, ecc..) Va tutto bene! :-) Tanto poi..c'è sempre anche il "tempo di repost" ;-) :-)
Ciao e un bacio
Frida

Il cane di Jack ha detto...

Si mi ronzava in testa da un paio di giorni il desiderio di ripostare questo mio piccolo racconto. Tu sei sempre troppo buona con me, ma è anche vero che una giornata di vento come questa è molto adatta per le vele.
Ciao
I.

riri ha detto...

Ciao I.ma è un bellissimo racconto,fa sognare.E' veramente coinvolgente..pensa mi vedevo lì al porto col pirata dallo sguardo duro e cattivissimo e mi guardava..mi guardava...poi alla fine ha deciso che le napoletane non gli piacciono..allora mi ha lasciato lì...accidenti..pura e inviolata ;-) ed io che per un attimo sognavo di essere rapita e portata in isole remote..va buò..sarà per la prossima volta....ma sinceramente..sei grande!!!

Il cane di Jack ha detto...

Sei troppo buona cara Rosy! Grazie della visita, del commento e del complimento.
Bacio
I.