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sabato 18 agosto 2007

Vita da bradipi (repost del 20/10/2006)

Il mio metabolismo e i miei passi sono lenti. Spesso anche il cervello. Tuttavia ci sono dei pensieri che si rincorrono e si accavallano. Una giornata come oggi è troppo ricca di cose per non parlarne.
La signora al bar mi ha chiesto di quali pensieri avessi piena la testa e mi ha fatto riflettere: sono molti.
Oggi ho visto una bambina e la sua mamma appena meno bambina. E ho visto la zia che sembrava la mamma di tutte e due.
Ho visto un microfono a forma di posacenere. Orribile. Se volevano fare un microfono per bambini, perchè non farlo a forma di peluche o di orsacchiotto.
Una donna che sembra una bambina è stata brava a parlare con una bambina. Lei, la vera bambina, a un certo punto ha detto, che aspettava solo qualcuno che la facesse parlare: questo mi ha fatto impressione. Sembrava parlare del passato ma in realtà parlava del presente.
La stessa donna tuttavia mi dice spesso delle banalità e altrettanto spesso io rispondo con banalità. La comunicazione ovviamente non esiste. Esistono le comunicazioni. Ognuna di esse è unica e irripetibile. Ciò che ci si dice non lo si potrà dire mai più e questo mi fa pensare all'importanza di non sbagliare quando si comunica e, allo stesso tempo mi fa pensare all'impossibilità di non sbagliare.
Lo so bene che là fuori c'è un mondo intero. Io domani e dopodomani non penserò alle carte. Nemmeno lunedì mi verrà di pensarci. Io sono così. Solitario. Combatto a modo mio. Non sono un cavaliere. Non concludo tanto. Capacità di sopravvivenza dei bradipi. Eppure, anche se qualche volta so essere bravo, come una donna, a far venire sensi di colpa, a modo mio "ti" "ti" "ti"... voglio bene.
Marmellata d'arance. Se "potessi" ti sposerei e avrei dei bambini con te e accetterei persino che tu avessi delle storie con altri. Da te solo da te lo potrei accettare. Perchè so quanto sei complessa e "nutriente". Oggi non ti ho sentita ma ho letto ciò che mi hai mandato. Si mi piaci, si ti voglio bene.
Guardarsi allo specchio e pensare che dietro ci può essere qualcuno che mi guarda. Parlare al maresciallo spione che potrebbe aver piazzato delle microspie (ma che paranoico che sono, ma che paranoici che stiamo diventando). E' la società dei rality: E' tutto un reality.

venerdì 17 agosto 2007

Il metodo ottuso

Oggi mi son sentito ottuso, più del solito. I sensi non sono nè taglienti nè acuminati. Stamattina pensavo di fare critiche al sistema, ma di sera meglio stare un po' a guardarsi allo specchio e guardarsi come si è.
Ecco non mi sento bello, non mi sento intelligente, non mi sento sicuro. Ho messo il piede in fallo da qualche parte e mi fa male la gamba, oltre ad avere sonno.
Cosa avevo pensato di criticare nel sistema stamattina?
Non me lo ricordo quasi più... Forse criticavo i tanti posti di lavoro inutile creati dallo Stato e dalla sua corte di enti subordinati.... ai tanti "articolisti", ai tanti lavori "socialmente utili", alle tante postazioni 118 create in Sicilia solo per creare posti di lavoro.
A dire il vero non sono solo io ad essere ottuso, ma anche i politici, gli amministratori, la nostra classe dirigente in toto.
Non che sia tratti di stupidi, anzi direi che sono parecchio furbi. Solo che tutti, di destra o di sinistra, sembrano essersi accordati nell'usare questo "metodo ottuso". Non si guarda al futuro, mai. Mi diceva un mio amico, vicino all'ambiente, che Alitalia sta affondando sotto il peso di Malpensa e tutti lo sanno ma nessuno avrà il coraggio di prendere seri provvedimenti.
Solo che così facendo, visto che le risorse non sono infinite, si nutre l'improduttivo a discapito di ciò che funziona. Un altro esempio del "metodo ottuso" che mi viene in mente è il ticket. Ben venga sulle medicine inutili o di dubbia utilità. Ma perchè si paga una tassa sui farmaci che agiscono dal lato della prevenzione. So che si paga il ticket sulla cardioaspirina, che costa poche lire, mentre un semplice calcolo meramente economico ci dovrebbe impegnare ad evitare, ogni volta che sia possibile, costosissime degenze in ospedale e incoraggiare la gente a prevenire le gravi patologie con ogni mezzo che abbiamo. E questo anche senza mettere in conto la cruda sofferenza.
Potremmo parlare anche della ricerca scientifica. Quella è il futuro. Studiare la natura e i concetti filosofici e matematici assicura la vita e la prosperità delle nuove generazioni, anche se non si capisce subito l'utilità pratica di quello che si studia. Provare per credere e poi nella storia è sempre stato così.
Ma sono parole vuote e forse prive di significato. E' nella pratica quotidiana e non nei blog che si fa vivere la società, nel fare e non nel dire. Qui faccio solo il punto e cerco la direzione della marcia. Lo scrivo per me questo strano diario, anche se non mi da fastidio che qualcuno di tanto in tanto lo legga.
Dicevo la direzione, la via, il valico, il ponte e quant'altro: io sono sempre il cane di Jack e la strada faticosa la considero vita.

giovedì 16 agosto 2007

La droga come altre cose

La droga come altre cose...

Lo Stato Mamma (che accudisce i suoi figli persi e li accudisce anche quando sbagliano e anche se continuano a sbagliare li difende).

Lo Stato Padre (con la verga in mano sempre a picchiare chi sbaglia, fino a uccidere o, almeno, fino a quando non sia riuscito a debellare la personalità )

Lo Stato come genitore incoerente (che detta delle regole, ma poi va al bar a ubriacarsi)

Lo Stato come coppia di genitori adottivi gay (due uteri o quattro testicoli, mai una giusta proporzione)