Vorrei segnalare questo post di Valeria Gentile sul giornalismo e sul reportage. In particolare mi ha colpito questo brano:
"Ma in ogni lavoro giornalistico che si rispetti vi è un intento pedagogico, ed è chiaro che un'educazione senza valori è mero disinteresse. Dalla metafora bellica ci accorgiamo che neutralismo significa esattamente non intervento. La belligeranza del vero giornalista sta solamente ad indicare che egli ha a cuore i suoi lettori, e che li guida secondo il proprio orientamento morale, il proprio sentire. Che non è - non può essere - un sentire neutro.
Ma questa soggettività non corrisponde, nel reporter, ad un'ideologia politica. Al contrario della maggior parte dei giornalisti, la sua è una partigianeria morale. Ciò significa che egli prende una posizione precisa, chiara ed esplicita, ma non per partito preso. Non si fa portavoce - e quindi portaborse - di una parte politica che si contrappone all'altra."
Ma questa soggettività non corrisponde, nel reporter, ad un'ideologia politica. Al contrario della maggior parte dei giornalisti, la sua è una partigianeria morale. Ciò significa che egli prende una posizione precisa, chiara ed esplicita, ma non per partito preso. Non si fa portavoce - e quindi portaborse - di una parte politica che si contrappone all'altra."
Ciao a tutti
4 commenti:
Grazie mille per lo specchio :)
E complimenti per il fotoblog del Trovacose sull'Etna!
Grazie a te. Quanto alla speranza, so che non basta, ma è qualcosa di molto nutriente, che da forza.
Ciao
I.
Sono contento che anche tu abbia "scoperto" quel blog :-)
Cosa resta a due vecchiacci come noi, se non l'ammirazione per questi bravi giovani :-)
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