Come "promesso" ho fatto una piccola ricerca su Carneade (link al sito da cui è tratta la seguente citazione)
Il rappresentante più illustre però della seconda Accademia fu Carneade di Cirene (219/4-129). Uomo di cultura vastissima ed abilissimo dialettico, Carneade condusse un'instancabile polemica nei confronti degli Stoici ed in particolare di Crisippo, contrapponendo al suo sistema filosofico, distinto in logica, fisica ed etica, un vero e proprio " anti-sistema" che lo controbatteva punto per punto. Nel 155 fu inviato ambasciatore a Roma, dove con le sue argomentazioni scettiche sulla giustizia scandalizzò e sconvolse gli ambienti della cultura conservatrice di quella città. Ma la posizione moderata di Arcesilao fu comunque anche di Carneade: pur ammettendo che niente può essere, in senso assoluto, criterio di verità, egli sosteneva l'impossibilità che uno, in quanto essere umano, sospenda il giudizio su tutte quante le cose: a suo avviso, infatti, c'è differenza tra il non-evidente e il non-comprensibile, e tutte le cose sono incomprensibili, ma non tutte sono non-evidenti. (Numenio in Eusebio, P.E. XIV 736 d)
Questa distinzione, che tendeva a salvare in certo modo l'evidenza fenomenica, portava poi Carneade a stabilire comunque un criterio che, se non era il "vero", era però il pithanòn, il probabile, il verosimile.
Essi infatti [gli Accademici seguaci di Carneade] hanno la convinzione che "probabilmente" è bene ciò che essi considerano bene piuttosto che il contrario, e, allo stesso modo, fanno anche a proposito del male... Anzi, stabiliscono pure certe distinzioni tra le rappresentazioni probabili... Ecco perché Carneade e Clitomaco intendono parlare di un "prestar fede in seguito ad una forte inclinazione" e dell'esistenza di un qualcosa che è "probabile", e si servono del probabile anche per la condotta della vita. (Sesto Emp. Schizzi pirroniani I, 226-231)
Da wikipedia apprendo che
4 commenti:
Certo che se, davvero, saggezza e giustizia, non vanno d'accordo..stiamo messi male..Avremmo però in compenso la consolazione che, se la giustizia in Italia è quella che è...beh!, in fondo..non c'è nulla di strano..
Mah! Il fatto è che se uno sta appresso ai filosofi non viene a capo di niente...Personalmente non sono propensa a pensare in modo così "scettico", almeno riguardo alle argomentazioni sulla giustizia..Riguardo al probabile, piuttosto che al "vero"..beh, si, è una tesi che mi posso condividere..
Ciao, beddu!..Ora ti salutu ca mi sta funnennu u ciriveddu! :-)
La mia era solo una curiosità. Insomma volevo sapere chi era questo Carneade... ma non ho intenzione di diventare un suo seguace.
Ciao
beh rispecchia una sega mentale che mi faccio spesso. Se si dice, come si dice soprattutto dalla caduta del muro di berlino e ancora prima dalla caduta del positivismo, che non esiste una verità, e neanche la ragione può farcela raggiungere allora perchè mi devo sbattare per delle cose che per me sono verità assolute? E' una contraddizione avere la verità assoluta che non esistano verità assolute... Però d'altronde è vero che esistono tante verità e io non sono nessuno per "imporre" la mia. Questo è un dilemma al quale non ho dato ancora una risposta. Aiutami tu:)
Everbez, figliuolo... :-)
Non so, che lavoro tu faccia e se ti sia occupato di logica matematica. Io, nel mio girovagare, mi sono imbatutto nella logica fuzzy e nel concetto di insiemi sfumati. Ti segnalo un post, che costituisce solo un breve cenno, su cui spero di poter ritornare, magari con qualche approfondimento http://sonoilcanedijack.blogspot.com/2007/09/la-logica-fuzzy-veleggiare-oriente.html
Verità e non verità potrebbero non essere concepibilili senza che la mente umana incorra in paradossi. Potrebbero essere facce di una stessa medaglia o gradi di uno stesso esistente. Oppure Epimenide potrebbe essere semplicemente molto ubriaco. Tu sei più giovane di me: a te la ricerca (e vedo che ci sei portato).
Ciao
I.
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